Sto lavorando a
questo progetto fotografico da circa 2 mesi, andando nei quartieri periferici
ma non solo. L’intento è quello di ricercare luoghi dove è evidente l’isolamento
e al tempo stesso dove l’uomo riafferma la volontà di testimoniare la propria presenza, la
necessità di comunicare la propria esistenza agli altri, la volontà di non essere solo.
Le immagini
raccontano Nonluoghi, (come li definisce l'antropologo Marc Augé “Luoghi nei
quali la gente si sfiora, si ferma per brevi momenti, passa oltre, …”) in cui
compaiono tracce dell’umanità che li ha creati e che oggi li vorrebbe al tempo
stesso eliminare.
Il neologismo
nonluogo (o non luogo, modellati sul francese
non-lieu) definisce due concetti complementari ma assolutamente distinti: da
una parte quegli spazi costruiti per un fine ben specifico e dall'altra il rapporto
che viene a crearsi fra gli individui e quegli stessi spazi.
Sono molti i
momenti in cui la voglia di rompere la solitudine della città si
concretizza, ma spesso si chiudono gli
occhi e il cuore e non si colgono più.
Paolo Zannini